Quando si parla di innovazione, spesso si pensa a un nuovo prodotto, a un software, un’applicazione, ma l’innovazione è un processo complesso che prende tante aree della vita di un’organizzazione.
Uno strumento chiamato i “Dieci tipi di innovazione”, nato dalla ricerca del Doblin Group nel lontano 1998 e rinnovato nel 2011, mostra come aziende che integrano diversi tipi di innovazione riescono a sviluppare proposte che sono più difficili da copiare e quindi di maggiore successo.
Se esiste l’innovazione è perché esiste qualcosa da innovare nel mercato, all’interno delle organizzazioni, nella scuola, nella sanità, nella vita di tutti i giorni e il cambiamento è il passaggio obbligato affinché l’innovazione si realizzi.
Quante idee, quanti progetti, quante buone intenzioni rimangono nel cassetto perché mancano le risorse o le capacità per affrontare il cambiamento necessario alla realizzazione di una visione troppo astratta.
E quanti agenti del cambiamento, come i coach, faticano a essere parte di un trend che sembra muoversi a compartimenti stagni. Il coaching è probabilmente lo strumento più potente per far emergere soluzioni impensabili, per creare un ambiente di sviluppo a misura di team.
Ci sono imprenditori e aziende che hanno capito che l’unica strada possibile per il futuro è quella della sostenibilità e hanno scelto di prendere questa direzione, ma spesso sono soli a gestire risorse non ingaggiate, a seguire processi vecchi, a scontrarsi con la “realtà” che sta là fuori.
Nello stesso tempo gli agenti del cambiamento, i coach, lavorano qua e là portando supporto prezioso a macchia di leopardo dove è richiesto, purtroppo a volte anche dove non c’è un chiaro progetto innovativo. Studiano, investono sulla propria crescita personale e professionale e danno un contributo che sanno, nelle giuste condizioni, potrebbe essere esponenziale.
Cosa accadrebbe se due sfere di grande impatto nell’innovazione, i nuovi leader sostenibili (inclusi i ricercatori) e i coach professionisti del cambiamento, si incontrassero? Forse si riuscirebbe a costruire una nuova alleanza per un efficace progetto di futuro positivo per tutti.
Occorre aprire la porta. Scegliere di lasciare andare qualche certezza, confrontarsi con chi fa altro, ma non è altro da noi. Occorre riconoscere che l’innovazione è di tanti tipi e fatta di tante cose. Non so se la ricerca Doblin l’abbia presa in considerazione, ma credo che la contaminazione sia un elemento importante, per crescere e creare insieme.