Come dico sempre la condivisione è importante e utile. Per questo invito gli amici di Studio Coach a inviare contributi, racconti, esperienze.
Ho il piacere di inserire nel blog l’esperienza di Fabio, così come l’ha raccontata a me attraverso un breve racconto.
Chissà che anche tu non ci trovi qualcosa che ti appartiene.
“C’è un disoccupato over 40, un pesce e un corso di formazione….. ” di Fabio P.
Ma questa è una storia che non fa ridere perchè quando si è disoccupati over 40 per ricollocarsi le si provano tutte. Ad esempio frequentare corsi di formazione per rendersi più appetibili. Per colmare un gap che il più delle volte è solo immaginario. A meno che il corso non trasferisca una competenza indispensabile per svolgere una determinata professione effettivamente richiesta dal mercato del lavoro e quindi sia mirato, spesso la faccenda rischia di diventare un pericoloso gioco di attese, appostamenti, rinunce, cambi di rotta che non porta a nulla.
Anzi no, questo non è del tutto vero. Porta aspettative deluse, ansie, stress, frustrazione.
Un po’ come inseguire un pesce durante una battuta di pesca subacquea. Metafora incomprensibile? State a sentire. A 18 anni mi immergo con muta, maschera, pinne e fucile subacqueo tra le scogliere di Ponza. Mi adagio sul fondale dietro uno scoglio, immobile come un relitto e aspetto. Avvisto una preda: un bel pesce, forse una cernia. Mi osserva incuriosita ma finchè non si mette orizzontale non posso sparare. Ho un colpo solo e il bersaglio non garantisce successo. L’obiettivo si muove e lo seguo pinneggiando lentamente, con il braccio teso e la fiocina puntata. Si mette di tre quarti, bersaglio accettabile, via la sicura, sto per tirare il grilletto ma si infila in una tana. La vedo, ma il colpo è impossibile. Rinuncio e aspetto. Esce da un’apertura laterale. Riprendo l’inseguimento. Stavolta decido di sparare appena l’avrò a tiro. E invece le contrazione diaframmatiche mi ricordano che sono sotto da più di un minuto. Risalgo di corsa con i polmoni che scoppiano e le orecchie che soffrono. La mezz’ora successiva la passo abbracciato alla boa di segnalazione tremante come una foglia. Nessuno a parte me e quel pesce ha mai saputo che ci stavo lasciando la pelle per cercare il tiro giusto. Almeno fino ad oggi.