Ieri ho avuto una classe di yoga molto particolare. Il mio insegnante ci ha proposto degli esercizi legati alla pratica del Rebirthing. Che cos’è?
L’americano Leonard Orr sviluppò negli anni ’70 una nuova tecnica di scoperta di sé che si basava su un’antica pratica di respirazione yoga. Chiamò questa nuova tecnica Rebirthing, Rinascita. Agli inizi veniva praticata in acqua calda, per rendere l’esperienza più simile a quello che noi adulti pensiamo possa essere il ventre materno, poi a secco. Attraverso particolari tecniche di respirazione e meditazione, si aiuta il riaffiorare di ricordi legati alla nascita. In questo modo è possibile liberare blocchi energetici e superare traumi.
Una volta ripulito il cuore e l’animo dei pensieri negativi e delle memorie dolorose, siamo pronti a ripartire dall’inizio apportando qualcosa di nuovo. Una rinascita appunto.
Secondo quello che ci racconta Leonard Orr, lo yogi Babaij che incontrò in India durante uno dei suoi viaggi di ricerca, definì la sua nuova tecnica lo “yoga del respiro per occidentali”. Chissà cosa intendeva Babaij. Forse che noi occidentali non siamo abituati a meditare e a guardarci dentro per paura di conoscerci troppo, tanto che quando decidiamo di farlo dobbiamo ricominciare da zero? Forse.
E’ una pratica e anche una terapia, uno strumento per conoscere se stessi più profondamente. Al contrario del coaching, che senza alcuna terapia lavora sul presente, su ciò che noi siamo ora e su come raggiungere un futuro desiderabile e possibile, il rebirthing lavora sul passato, sul passato più lontano, la nascita.
Io ho solo fatto una lezione di yoga incentrata su quelle tecniche, la mia esperienza è quindi limitatissima e non posso giudicarne la validità. La lezione è stata piacevole, un po’ new age. Credo che la pratica dello yoga sia un meraviglioso strumento per il proprio benessere e abbia già tutto in sé, il Rebirthing è un’altra strada possibile.
E voi cosa ne pensate?
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Per sapere di più sul Rebirthing vedi questa bibliografia.