Nuovo anno, nuovi propositi, nuovi progetti da realizzare. E adesso?
Le nostre giornate sono piene di eventi futuri (e anche passati, ma qui non voglio entrare nel passato) su cui investiamo la nostra concentrazione. Penso adesso a qualcosa che farò poi, e ora cosa sto facendo? Proiettarsi verso il futuro è potenziante, però non deve diventare un alibi per scappare dal presente. Questa “fuga” in parte ha a che fare con il procrastinare, ma in parte ha a che fare con l’incapacità di vivere l’oggi. Si dimentica troppo spesso che la nostra vita è qui e ora.
Avere un obiettivo da realizzare da ora a una certa data futura implica la necessità di cominciare ad agire per raggiungere dei risultati nel tempo. Siamo focalizzati sul risultato, ma non possiamo non essere concentrati sull’azione, altrimenti perderemmo di vista i nostri progressi.
Essere ora e qui, conta perché questo è il nostro momento. L’unico tempo che veramente ci appartiene è il tempo che stiamo vivendo, nello spazio in cui ci troviamo. Ascoltare ciò che ci succede nel momento esatto in cui sta succedendo vuol dire essere presenti a se stessi ed è ciò di cui abbiamo bisogno per acquisire consapevolezza e quindi la libertà e il potere che ci permettono di fare delle scelte appropriate coerenti con i nostri principi, con quello che siamo veramente, con ciò che disideriamo raggiungere. Solo così saremo in grado di conquistare la nostra vita, di viverla pienamente.
Il qui e ora messo in pratica quotidianamente significa consapevolezza delle proprie azioni, dalle più piccole alle più importanti. Se io cammino sto camminando, se io guardo sto guardando, se io amo sto amando, adesso, in questo momento. Come posso sapere cosa riempierà la mia vita domani se io non vivo il presente.
Una cosa che trovo molto divertente e che capita quasi ogni volta che sono a tavola con altri, è come si arrivi a parlare sempre di cibo. Non del cibo nel nostro piatto, ma di altro cibo, di altre tavole, di cose buone che ci piacciono, di ristoranti che frequentiamo, di quello che cuciniamo meglio. E’ un gran parlare di cibo e ci perdiamo il piacere di goderci quello che abbiamo davanti, di ascoltare noi stessi in quel preciso momento.
Che sapori sento? Che profumo e che colori? Quanto ancora mangerò prima di sentirmi sazio? Che cosa significa condividere tutto questo con chi mi sta accanto? Cosa mi sta succedendo adesso?
Viviamo spesso con la mente lanciata altrove, in altri momenti che devono arrivare, perché è molto più facile pensare a un tempo che non c’è ancora, piuttosto che a quello che stiamo vivendo. Troppi pensieri ci arrivano e troppe sensazioni, difficile scindere e ascoltare veramente se stessi. Però non è impossibile, si può fare. Per cominciare si può scegliere di farlo e se qualcosa dentro di noi resiste, si può imparare a farlo.
Se dicembre è stato il momento giusto per lasciare andare, gennaio è il momento perfetto per cominciare a vivere la vita nel presente che scorre, partendo da ora.
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